Stranizza d’amuri, il film tratto da una storia vera: il delitto di Giarre

Stranizza d’amuri è il debutto alla regia di Giuseppe Fiorello e domani 5 luglio andrà in onda su Rai 3: a introdurre il film sarà Maria Latella in studio con il regista.

Per il ciclo “A cinema con” la giornalista Maria Latella introduce domani sera su Rai 3 il film Stranizza d’amuri. La conduttrice avrà in studio il regista Giuseppe Fiorello, al suo esordio alla regia. Per questo lungometraggio ha vinto il Nastro D’Argento. Il film è ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto ovvero il delitto di Giarre. Nella cittadina siciliana negli anni Ottanta due ragazzi si innamorano perdutamente. Gianni conosce Nino la cui famiglia organizza spettacoli di fuochi d’artificio. Prima diventano amici e poi si mettono insieme sfidando la mentalità retrograda dell’epoca. I due ragazzi verranno ammazzati senza pietà.

Il film Stranizza d'amuri
Com’è nato il film Stranizza d’amuri (pierluigibersani.it)

Il delitto risale a quasi 45 anni fa e per quanto ancora non si sia individuato un colpevole la vicenda dei due ragazzi ha segnato uno spartiacque per la comunità LGBTQ+. Infatti fino ad allora era una silenziosa vittima dello stigma sociale. Una vera svolta per il movimento arcobaleno che ha imposto sempre più la sua voce anche se c’è tuttora ancora tanto da fare.

La vera storia del film Stranizza d’amuri

L’omicidio di Giarre risale al 31 ottobre 1980 quando vennero trovati i corpi di Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola (i veri nomi di Gianni e Nino del film). I due hanno rispettivamente 25 e 15 anni. Il 17 dello stesso mese entrambi i ragazzi che venivano soprannominati “i ziti” ovvero fidanzati in siciliano, scomparvero nel nulla. Si pensò a una fuga d’amore volontaria. Furono poi ritrovati i loro corpi in campagna, abbracciati, privi di vita, ammazzati con un colpo di arma da fuoco alla testa.

Si tentò all’epoca di fare chiarezza ma l’omertà della gente del posto, che aveva paura di essere associata all’uccisione di due giovani omosessuali, non rese facile le indagini. Infatti prima si pensò a un doppio suicidio e poi a un omicidio-suicidio con Giorgio che avrebbe ucciso Antonio e poi si sarebbe tolto la vita. Ma il ritrovamento della pistola seppellita in un’altra zona escluse tali ipotesi. Poi il nipote di Antonio, Francesco, che all’epoca aveva tredici anni, si addossò la colpa per poi ritrattare. Infatti disse che i due innamorati l’avevano costretto a ucciderli con un “o ci ammazzi o ti ammazziamo noi”.

Scena del film Stranizza d'amuri
L’omicidio di Giarre nel film Stranizza d’amuri (pierluigibersani.it)

Visto che aveva soltanto tredici anni Francesco non fu processato. La maggior parte della gente pensa però che le rispettive famiglie, non accettando l’orientamento sessuale dei due, avrebbero organizzato la loro morte. Francesco era stato l’esecutore materiale del delitto. Come detto, questo omicidio scosse l’opinione pubblica. Il 9 dicembre del 1980 infatti don Marco Bisceglia, con Nichi Vendola, Massimo Milani, Gino Campanella, e altri militanti, fondarono Arci Gay, l’associazione no profit che adesso esiste in tutta Italia.

Gestione cookie