Il mondo del calcio ancora in lutto: addio a uno dei talenti africani più amati negli anni Novanta, si arrese soltanto a Roberto Baggio.
Sono passati esattamente 31 anni da quando la nazionale italiana di calcio giocò una delle partite più assurde di un mondiale di calcio: praticamente estromessa fino a un minuto dalla fine e ridotta in dieci uomini per l’espulsione di Gianfranco Zola, rientrò in carreggiata grazie a una magia di Roberto Baggio, che poi ai tempi supplementari su rigore realizzò la rete che completava la rimonta. La partita, giocata il 5 luglio 1994, era quella contro la Nigeria.

Una nazionale di talenti quella che quel giorno affrontò gli azzurri al Foxboro Stadium di Boston: i nigeriani andarono in vantaggio a metà del primo tempo grazie a un gol del 23enne Emmanuel Amunike e potettero poi godere della superiorità numerica per l’assurda espulsione di Gianfranco Zola, che peraltro proprio il 5 luglio compie gli anni. In porta, con la formazione nigeriana, c’era un “gigante del calcio”, ovvero Peter Rufai.
Peter Rufai e i campioni della nazionale nigeriana di metà anni Novanta
Il portiere è venuto a mancare in queste ore, a causa di una lunga malattia, che lo aveva provato e non poco: resta però uno dei campioni più amati di quella nazionale nigeriana, che a metà anni Novanta vinse la Coppa d’Africa e che rappresentava quanto di meglio il calcio africano potesse offrire in quegli anni. Una nazionale che però si è rivelata maledetta: il decesso di Peter Rufai è il sesto lutto che colpisce quella selezione.

Selezione di cui facevano parte, per citare alcuni nomi, un ancora minorenne Nwankwo Kanu, che come noto giocò nell’Inter, un’esperienza sfortunata anche a causa della malattia congenita al cuore che gli venne scoperta, poi Daniel Amokachi, Tijani Babangida, Taribo West, altra conoscenza del calcio italiano e in particolare ancora dell’Inter, poi del Milan per un brevissimo periodo, Finidi George e Jay-Jay Okocha.
Il ricordo del portiere nigeriano Peter Rufai
Affettuosamente conosciuto come Dodo Mayana, Peter Rufai ha avuto una brillante carriera internazionale, collezionando 65 presenze tra il 1983 e il 1998. Viene considerato appunto come uno dei maggiori talenti di quella generazione d’oro del calcio nigeriano, grazie anche alla grande sicurezza che aveva tra i pali. Noto non solo per i suoi riflessi e la sua abilità tra i pali, oltre che per la sua grande dedizione e perseveranza, era titolare anche nell’ultima partita di Diego Maradona a un mondiale.

L’ex compagno di squadra della Nigeria, Kanu, lo ha definito “una leggenda africana” sui social media, ricordandone la grande figura di portiere, mentre Ahmed Musa – tra i più calciatori nigeriani con più presenze – lo ha definito “un eroe”. Scrive Musa rivolgendosi direttamente al portiere scomparso: “I tuoi riflessi eroici e la tua presenza incrollabile tra i pali ci hanno regalato momenti di orgoglio sulla scena mondiale”. La notizia della sua morte arriva poche ore dopo il tragico decesso di Diogo Jota e di suo fratello.