Ricariche telefoniche, i costi aboliti dalla legge Bersani: fate attenzione al gioco delle 3 carte delle compagnie

Gli operatori delle compagnie telefoniche fanno pagare sempre costi aggiuntivi: ecco cosa sapere sui costi aboliti dalla legge Bersani

Hai mai acquistato una ricarica da 5 euro e scoperto, poco dopo, che il credito disponibile è solo di 4 euro? Penso che sia capitato un po’ a tutto, eh no… non è normale. Tantissimi utenti stanno segnalando questo problema, che sembra riportare in vita, sotto mentite spoglie, i famigerati costi di ricarica, aboliti ormai da anni grazie alla Legge Bersani.

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Cosa c’è dietro le ricariche telefoniche e i costi nascosti-pierluigibersani.it

Eppure, nonostante i divieti, certi operatori continuano a trovare nuove “scorciatoie” per sottrarre denaro agli utenti, spesso con dinamiche poco trasparenti. Potremmo chiamarle strategie di marketing oppure semplicemente azioni losche e occulte.

Ricarica telefonica: soldi che spariscono tra bonus non richiesti e servizi nascosti

Le segnalazioni arrivate agli sportelli delle associazioni dei consumatori parlano chiaro: l’utente compra una ricarica da 5 o 10 euro, ma si ritrova con un credito effettivo di 4 o 9 euro. Dove finisce quell’euro mancante? Nella maggior parte dei casi viene “scalato” per l’attivazione automatica di servizi extra mai richiesti, come “3 giga in omaggio” o “24 ore di internet gratuito”, presentati come vantaggi, ma attivati senza alcun consenso esplicito. Il risultato? Chi voleva semplicemente ricaricare il telefono si ritrova inconsapevolmente con meno credito e un servizio che forse nemmeno userà.

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Costi nascosti dietro le ricariche telefoniche: come rimediare-pierluigibersani.it

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) è già intervenuta su questo tema, chiedendo alle compagnie telefoniche di sospendere questa pratica, ritenuta ingannevole e dannosa, soprattutto per le fasce più deboli. Chi sono le vittime principali? Spesso giovani, anziani o persone con minori possibilità economiche, che scelgono le ricariche più piccole proprio per contenere le spese. A peggiorare la situazione, il fatto che le ricariche da 5 o 10 euro siano ormai difficili da trovare nei punti vendita fisici, come bar, tabacchi ed edicole, e siano disponibili quasi esclusivamente online o nei negozi ufficiali degli operatori.

Uno degli episodi più discussi è stato quello di Ricarica+, un sistema introdotto da Tim che prevedeva proprio questo tipo di “scalatura”. L’Unione Nazionale Consumatori ha presentato un esposto all’Antitrust nel luglio 2020, e il procedimento si è concluso con un richiamo all’operatore, che ha dovuto modificare il proprio sito e riorganizzare le informazioni per renderle più chiare agli utenti. Un piccolo passo avanti, certo, ma non sufficiente.

Tante segnalazioni, pochi cambiamenti: e ora?

Nonostante gli interventi delle Autorità, la pratica sembra tutt’altro che superata. Le segnalazioni continuano ad arrivare numerose, segno che il problema è ancora diffuso. Ecco perché le associazioni dei consumatori stanno valutando nuove azioni per tutelare i diritti degli utenti e riportare un po’ di trasparenza in un settore che, troppo spesso, gioca sulla disinformazione. Hai avuto anche tu problemi con la tua ricarica? Non restare in silenzio. Rivolgiti allo sportello telefonia e fai valere i tuoi diritti.

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