Fratelli d’Italia chiede chiarezza sulla presunta divulgazione indebita di atti riservati legati al caso Almasri e chiama in causa direttamente Matteo Renzi.
Il senatore Sergio Rastrelli di Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare indirizzata al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per fare luce sull’origine della diffusione di materiale coperto da segreto istruttorio. Viene chiamato in causa direttamente Matteo Renzi, ex presidente del Consiglio, ma ci arriveremo tra poco. Anche il Tribunale di Roma ha formalizzato una denuncia per violazione del segreto d’indagine. Ma cosa starebbe accadendo?

Nel mirino del senatore meloniano, in particolare, è finito il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, il quale – stando alla ricostruzione fatta nell’interrogazione parlamentare – durante un comizio a Genova lo scorso 5 luglio ha citato dettagli non ancora pubblici dell’indagine sul caso Almasri, che coinvolge la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano, i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, e in particolare alcune email interne al Ministero della Giustizia.
Il caso Almasri al centro dei documenti riservati che avrebbe avuto in anticipo Renzi
“Ho chiesto ufficialmente al ministro se intenda accertare come tali informazioni, ancora riservate, siano finite nelle mani di un parlamentare non coinvolto nell’indagine”, ha dichiarato Rastrelli, che ricopre anche il ruolo di segretario della commissione Giustizia al Senato. I fatti che sono oggetto di indagine contro elementi di primissimo piano del governo, compresa la stessa premier, ruotano attorno al rimpatrio di Osama Almasri, ex capo della polizia libica.

Il super poliziotto, incriminato per fatti tremendi contro profughi e migranti nel suo Paese e ritenuto un torturatore e assassino, venne rilasciato e fatto rientrare in Libia, nonostante su di lui pendesse un mandato internazionale della Corte penale dell’Aia per torture e crimini gravi. La vicenda ha assunto toni ancor più controversi dopo che Renzi ha fatto riferimento pubblico ad atti che, secondo quanto riportato, erano fino a quel momento accessibili soltanto agli inquirenti.
Botta e risposta tra i senatori di Fratelli d’Italia e Italia Viva sulla presunta fuga di notizie
A quanto pare, gli stessi avvocati dei membri del governo coinvolti non avrebbero avuto accesso a quei documenti fino al giorno successivo alle dichiarazioni dell’ex premier. L’interrogativo di Rastrelli è diretto: chi ha fatto arrivare quelle informazioni a Renzi? L’indagine punta il dito soprattutto contro il ministro Nordio: il suo dicastero sarebbe stato pienamente informato sin dai primi momenti successivi all’arresto di Almasri, avvenuto tra il 19 e il 21 gennaio.

Nonostante le opposizioni continuino a chiedere dimissioni e chiarimenti, il ministro Nordio appare sereno e convinto della piena regolarità dell’operato del suo ministero. Per quanto concerne la fuga di notizie, da Italia Viva arriva una replica netta: “Renzi non ha ricevuto alcuna informazione segreta. Piuttosto, chi ha avuto comportamenti discutibili sono stati altri, come Delmastro e Donzelli”, ha sottolineato Raffaella Paita, capogruppo del partito di Renzi al Senato.