Addio a uno dei nomi più amati tra i critici cinematografici, a lui si deve la rivalutazione di un attore troppo spesso snobbato come Totò.
Il mondo del cinema italiano, e in generale quello della cultura, piange la morte di uno di quelli che viene definito ancora oggi come intellettuale disobbediente o controcorrente, capace di guardare sempre la settima arte da un punto di vista inedito. A lui, ad esempio, si vede la rivalutazione di un attore troppo spesso snobbato come Antonio De Curtis, noto semplicemente come Totò, su cui ha scritto diversi importanti saggi, uno dei quali con la vedova, Franca Faldini.

Allievo di Danilo Dolci, l’attivista siciliano che inventò gli “scioperi al rovescio” e fu protagonista di battaglie a favore dei disoccupati e contro la mafia, il personaggio di cui vi stiamo parlando e che ha lasciato un segno profondo nella nostra cultura, come saggista, critico di cinema, teatro e letteratura, ma anche come saggista, ci ha lasciati oggi all’età di 88 anni. Il mondo della cultura, dunque, quello del cinema in particolare, piange Goffredo Fofi.
Il lutto per l’intellettuale dissidente del cinema italiano
Fondatore dei Quaderni Piacentini, insieme tra gli altri a Grazia Cherchi e Piergiorgio Bellocchio, Goffredo Fofi è stato davvero un intellettuale a tutto tondo, che ha contribuito alla nascita di iniziative importanti, non solo dal punto di vita editoriale e di critica letteraria e appunto cinematografica. Fu ad esempio attivissimo in quell’opera sociale che è stata nei primi anni Settanta la Mensa dei bambini proletari, nata a Napoli in quelli che all’epoca erano i quartieri considerati più pericolosi della città.

Negli stessi anni, si occupa di questione meridionale e si confronta con intellettuali meridionalisti di spessore come Gaetano Salvemini. Negli ultimi anni della sua vita, oltre a collaborare con giornali e riviste di fama e importanza nazionale, ne fonda lui delle proprie per approfondire dibattiti culturali nel nostro Paese, inoltre è direttore editoriale delle Edizioni dell’Asino, casa editrice legata alla rivista da lui fondata, Gli Asini.
Gli scritti sul cinema di Goffredo Fofi
Come evidenziato, è grande il suo contributo alla critica, sia letteraria, che teatrale e soprattutto cinematografica, con decine di pubblicazioni che trattano di questi argomenti. Per quanto concerne la settima arte, si è occupato non soltanto del già citato Totò, che ha studiato e rivalutato anche dal punto di vista teatrale, ma anche di altri grandi nomi, uno su tutti quello di Marlon Brando, e di come scoprire e rielaborare in una forma nuova e indipendente il cinema italiano.

Goffredo Fofi, nel corso di quasi 60 anni di un percorso di costante approfondimento, aveva scritto di Alberto Sordi e Gianni Amelio, di Vittorio De Seta e Paolo Benvenuti, arrivando a pubblicare degli intensi libri intervista, a mo’ di conversazione, con Federico Fellini e Mario Monicelli. Uno dei suoi ultimi scritti, a chiusura di un cerchio che era partito dalla rivalutazione di Totò, era stato su Pier Paolo Pasolini, il regista che volle l’attore napoletano nel suo Uccellacci e uccellini