Lo scenario geopolitico degli ultimi anni non è certo uno dei migliori, con lo spettro della guerra che incombe in Europa: cosa ne pensano gli italiani?
Lo scenario geopolitico che stiamo vivendo da qualche anno non è certo uno dei migliori. Forse, mai come oggi, almeno negli ultimi 30 anni, aleggia sulle nostre teste lo spettro di una guerra mondiale, con l’Europa coinvolta in primo piano. Pensavamo che la guerra in Jugoslavia fosse stata l’ultima, almeno alle nostre porte, e che la disgregazione dell’Unione Sovietica fosse ormai un lontanissimo ricordo.

Invece, la guerra in Ucraina ha riacceso i riflettori non solo sulla guerra in Europa, ma su un guerra a impatto mondiale. Senza contare la guerra tra Israele e Palestina, la guerra in Iran, l’intervento statunitense, immancabile per aggravare la situazione, e ancora, non solo bombe, la ma guerra è anche strategica e si combatte sul piano politico ed economico. Insomma, non è un periodo storico felice, con la spesa per la difesa aumentata del 46%.
Spesa per la difesa raddoppiata rispetto a 10 anni fa: lo spettro di una Terza Guerra Mondiale
L’Europa ha aumentato la spesa militare del 46%, una spesa al momento impiegata solo per la difesa. Significa che comunque la paura di una nuova devastante guerra c’è, e così gli Stati si preparano, cercando di scongiurare il peggio. Intanto che si lavora sul piano diplomatico, cercando di spegnere i bollenti spiriti, e cercando di far dialogare i potenti della Terra, i cittadini sono preoccupati.
Secondo un recente studio, i cittadini italiani sarebbero preoccupati per il prossimo futuro, perciò non si sentirebbero al sicuro. Il 31% degli intervistati pensa che entro il 2030 l’Italia sarà coinvolta in una guerra. Ma se ciò dovesse accadere, come ci comporteremmo? Molte persone sarebbero chiamate al fronte, tutti coloro che sono in età da guerra, ossia tra i 18 e i 45 anni.

Naturalmente, si partirebbe a scaglioni, prima di arrivare ai civili si dovrebbero impiegare tutte le Forze Armate, poi le Forze dell’Ordine, passando infine per i volontari. Prima di giungere alla chiamate dei civili, si dovrebbero impiegare decine di migliaia di soldati. Eppure, nessun dorme sonni tranquilli. Degli intervistati, solo il 16% si dichiara pronto a combattere.
Gli italiani e la paura di una guerra mondiale: le interviste
Il 39% dei civili protesterebbe per non entrare in guerra, mentre il 26% preferirebbe appaltare le operazioni militari e la difesa dei confini a soldati di professione, reclutando anche mercenari stranieri. Il 19% diserterebbe, fuggendo via pur di non combattere. In caso di guerra sul nostro territorio, invece, l’81% cercherebbe rifugio dai bombardamenti, il 78% stoccherebbe provviste alimentari.
Il 59% si trasferirebbe in qualche paese lontano dall’Europa, il 27% si procurerebbe un’arma per difendersi. Per il 65%, gli italiani non sarebbero preparati a combattere, piuttosto cercherebbero di sottrarsi alle armi. In questo scenario, gli Stati Uniti emergerebbero come un nemico, tanto che il 46% degli italiani pensa che l’appoggio degli USA non è sicuro, tanto che questi potrebbero sottrarsi dall’alleanza in caso di guerra.

Siamo un paese vulnerabile, i cittadini italiani dunque non nutrono grosse speranze per l’Italia, per questo in molti pensano che sia utile investire nella difesa militare, tra cui la bomba atomica. Il 49% pensa che la NATO sia indispensabile per difenderci, l’8% ritiene che l’Italia debba invece uscire, mentre il 18% crede che l’Italia debba allearsi con altri paesi extra NATO.
Il 58% ritiene che sarebbe opportuno fondare un esercito europeo unico. Infine, il 62% degli italiani pensa che l’Italia non debba prendere parte ai conflitti, restando neutrale, senza schierarsi né con la Russia né con l’Ucraina. Attualmente, le forze armate italiane contano 171 mila soldati, della NATO siamo il sesto esercito più numeroso.