Domenica 13 luglio 2025 è una data storica per lo sport italiano, è il giorno in cui Jannik Sinner, il primo azzurro della storia, ha centrato la vittoria nel torneo di Wimbledon, ma quello che è successo dopo, ha scatenato una polemica politica importante
E alla fine dopo ben 138 tentativi infruttuosi, finalmente, il tennis italiano ce l’ha fatta. Per la prima volta nella gloriosa storia del “The Championships” di Wimbledon, l’iconico torneo di Londra, un azzurro ha vinto la finale (nel 2021 c’era arrivato Matteo Berrettini perdendo con Novak Djokovic). A farlo, nemmeno a dirlo, Jannik Sinner che in finale ha battuto in tre ore e tre minuti di gioco lo spagnolo Carlos Alcaraz, 4-6, 6-4, 6-4, 6-4 il risultato.
Una vittoria, un trionfo, che arriva al culmine di un biennio incredibile, un biennio dove il tennista altoatesino ha vinto due volte l’Australian Open, un US Open, appunto Wimbledon e contribuito in modo decisivo alla vittoria dell’Italia nella Coppa Davis del 2023 e in quella del 2024. Per non tacere del fatto di essere diventato il Numero Uno del ranking mondiale. In sostanza, oggi, Sinner è lo sportivo più importante d’Italia, forse d’Europa.
Un fattore che, però, non è bastato alla politica italiana per onorarlo e per presenziare come si conviene al suo trionfo. Basti pensare che mentre Carlos Alcaraz era seguito dai reali di Spagna e sostenuto senza troppi infingimenti dai rappresentanti dei regnanti di Inghilterra Sinner si è dovuto “accontentare” dell’Ambasciatore italiano a Londra.
Non c’erano Mattarella, non c’era la Meloni e soprattutto non c’erano il neo-presidente del CONI Buonfiglio e il ministro dello Sport Abodi. Una assenza che non è passata inosservata, soprattutto in un periodo in cui la politica si nutre di social e “foto opportunity”.
Non troppo convincenti nemmeno le spiegazioni. In altri contesti la corsa “al soccorso del vincitore” non è mai mancata. Il ministro Abodi ha spiegato che “Ogni tanto occorre stare in famiglia”, mentre Buonfiglio ha sostenuto che non c’erano aerei per tornare a Roma il lunedì. Solo post di supporto da Quirinale, Palazzo Chigi e le varie forze politiche.
Forse poco, troppo poco, per un evento sportivo che un grande Campione del Mondo come Dino Zoff ha paragonato all’11 luglio 1982 il giorno in cui l’Italia dopo 41 anni vinse il Mondiale di Calcio. E lo fece davanti al Presidente della Repubblica Sandro Pertini accorso al Santiago Bernabeu per tifare gli Azzurri. Altri tempi.
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