Il mercurio nel pesce è un rischio gravissimo che non possiamo assolutamente sottovalutare, ma come si fa per riuscire a evitarlo? Scopriamolo insieme.
Siamo di fronte a una cosa che abbiamo sentito spesso, ma che non in molti hanno compreso a fondo tra la sua pericolosità e tante difficoltà che ci pone di fronte. Quello che appare evidente è che dobbiamo farci molta attenzione.

Il mercurio è un metallo pesante che è presente nell’ambiente e che in acqua si trasforma in metilmercurio, una forma davvero molto tossica. Viene dunque assunta dal pesce che a volte ci troviamo in tavola e finisce per colpire anche il nostro benessere.
Il metilmercurio è infatti neurotossico e danneggia il cervello e il midollo spinale, se colpisce i feti o i bambini può andare a compromettere gravemente lo sviluppo celebrare andando a causare dei problemi cognitivi, motori e del linguaggio.
Può portare anche altri problemi seri a organi come i reni e i disturbi cardiovascolari. Tra i pesci più toccati ci sono pesce spada, tonno rosso, luccio e squalo. Oggi vi spieghiamo cosa fare per riuscire a evitarlo e non trovarsi di fronte a dei problemi di salute piuttosto complicati.
Mercurio nel pesce, ecco come evitarlo
Il mercurio nel pesce è davvero un pericolo per la nostra salute, ma come fare a ridurre questo rischio? Un documento inedito del Consiglio Nazionale per la Sicurezza Alimentare ha spiegato che bisognerebbe rivedere le proprie scelte a tavola per ridurre i problemi potenziali che questo fattore può creare.

È sempre stato incoraggiato il consumo del pesce per i suoi fattori positivi nei confronti della nostra salute che questo apporta. Nonostante questo negli ultimi anni, il problema rinnovato legato al mercurio, ha cambiato alcuni parametri sotto diversi punti di vista.
Pare che per alcuni gruppi di popolazione possano bastare 2 porzioni settimanali di specie come pesce spada o tonno per andare a superare la dose settimanale tollerabile di metilmercurio.
Il CNSA ha stilato una lista di raccomandazioni per limitare i rischi e riuscire a garantire comunque i benefici del pesce. Bisogna limitare il consumo di pesci predatori che tendono ad accumulare metilmercurio. Non superate dunque una porzione a settimana di tonno, pesce spada, palombo e smeriglio, massimo due invece per quanto riguarda il tonno in scatola.
Preferite pesci di piccola taglia e specie grasse e sostenibili come per esempio aringhe, sgombro, salmone e trota. Diversificate la scelta del pesce che andate a mangiare. Controllate la provenienza, scegliendo pesci di allevamento con mangimi vegetali.
Va specificato che queste scelte non vanno a ridurre a zero i rischi, ma sicuramente li rendono tollerabili per il nostro corpo evitando che l’accumulo di sostanze possa portare a una situazione molto difficile da sostenere per i nostri organi.